Incesto
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Ed ecco, finalmente, una pagina dedicata ad una
altro dei miei temi preferiti: l'incesto! Una delle mie fantasie è
sempre stata quella dell'incesto, quasi eslusivamente tra fratelli e
sorelle, che trovavo, secondo la mia opinione, naturale. Sì, proprio
così, naturale! Una pulsione, cone altre. Ho sempre avuto, però, remore
sull'incesto tra genitori e figli: la sua "naturalità" non mi ha mai convinto fino in fondo.
Ho scoperto una pagina sorprendente su questo
tema, ho chiesto l'autorizzazione e, avendola ottenuta dal responsabile
del sito Ivo Nardi, pubblico così l'articolo di Davide Ragozzini dalla
pagina http://www.riflessioni.it/pregiudizi-sul-sesso/incesto.htm sul sito Riflessioni.it.
Pregiudizi sul Sesso
Febbraio 2014 dc
Con questo capitolo mi guadagnerò l’esilio dal pianeta.
Questo è l’argomento più delicato, più intrigante, più scandaloso.
È il tabù più grande che ci sia nella sessualità e forse anche tra tutti i tabù.
Tra gli aspetti della sessualità è quello che più di tutti è confuso con la violenza e/o con la pedofilia.
Parlare di incesto
imbarazza chiunque, è un argomento che spessissimo viene soffocato
perché costringe ognuno di noi ad immaginarci in situazioni e in
atteggiamenti sessuali con i nostri parenti e famigliari.
Ma cos’è un tabù?
Abbiamo già sfiorato questo termine in altri capitoli ma ora vediamone
il profondo significato perché quando si parla di incesto salta subito
fuori il concetto di tabù e lo stesso succede al contrario, quindi i
due termini sono strettamente collegati.
Dal dizionario - Tabù: cosa, oggetto o situazione che non si può nominare né toccare.
Wikipedia: In una società umana un tabù è una forte
proibizione (o interdizione), relativa ad una certa area di
comportamenti e consuetudini, dichiarata "sacra e proibita". Infrangere
un tabù è solitamente considerata cosa ripugnante e degna di biasimo da
parte della comunità.
La parola incesto arriva dal latino incestum che significa: non casto, impuro.
Si intende un rapporto sessuale o matrimonio fra due persone legate da uno stretto rapporto di parentela o consanguinei.
Le teorie di antropologi, psicologi, medici e sociologi per spiegare l’origine e le ragioni del tabù dell’incesto sono molte.
Attenzione: non viene ricercata l’origine dell’incesto, viene ricercata
l’origine del tabù dell’incesto. Si cerca di averne una visione
universale per tutte la razze umane e i diversi popoli nella storia,
ciononostante, nei secoli e nelle diverse culture si sono sempre
registrate alcune differenze ma in linea di massima è un comportamento
non accettato dal genere umano.
In parallelo a questo fatto comunque ogni cultura ne ha sempre avuto a che fare e questa è una costante.
Da un punto di vista scientifico non sono ancora chiare le origini di
questo tabù, sopratutto, coloro dai quali dovremmo avere delle
risposte, dibattono tra loro per affermare le proprie teorie ma a
fronte di questo, la cosa interessante è proprio che l’incesto sia un
tabù.
Cosa significa? La società, in linea di massima, raggiungendo i vari gradi di evoluzione, abbatte, strada facendo, molti tabù.
Quindi definire una certa tendenza comportamentale un tabù significa
anche ammettere implicitamente che non siamo ancora pronti per
accettare tale comportamento come normale o tollerabile.
Infatti quando si sente parlare di tabù, il verbo che accompagna per la maggiore questo sostantivo è: “abbattere”.
Per definizione, un tabù è un qualcosa che prima o poi viene abbattuto.
Quindi se l’incesto è un tabù prima o poi dovremmo smettere di averne una visione così aberrante.
Nonostante questa semplice analisi, nella maggior parte degli Stati
“civilizzati” si arriva addirittura a punirlo con leggi che prevedono
pene che arrivano fino alla reclusione.
Quindi si punisce senza sapere esattamente cosa sia l’incesto e perché
si verifica, perché gli studi sono concentrati per lo più a capire
l’origine del tabù e ancor più grave è che, appunto considerandolo un
tabù per qualche ragione lo abbiamo fatto diventare anche un REATO,
come ad esempio la pedofilia, anche se le pene sono diverse.
Una premessa importante: come abbiamo già visto, nella Bibbia l'incesto
è molto presente. Abramo e la moglie Sara erano fratellastri, Lot si
ritrova a giacere con le sue due figlie, Giacobbe e Rachele erano primi
cugini ecc.
Ma un dato ancora più importante è che nella Genesi Dio, avendo creato
solo due esseri umani, l’intera discendenza deve per forza passare
attraverso rapporti incestuosi.
Nonostante ciò la Bibbia vieta espressamente l'incesto.
Forse qualcuno si è distratto un attimo?
Ad ogni modo questa
contraddizione ricalca un po’ l’attuale modello attraverso il quale il
diritto arriva a punire senza sapere esattamente l’origine di tali
comportamenti su basi scientifiche solide e ancor più grave
accomunandoli tutti ad atti di violenza e ancora senza tenere conto di
eventuali condizioni soggettive.
Infatti con la parola incesto, erroneamente, si tende ad abbracciare
univocamente almeno due concetti molto diversi tra loro: uno è il caso
di rapporti tra consanguinei (che peraltro perde il suo effetto in modo
drastico appena fuori dal rapporto tra fratelli, ovvero tra cugini)
basati sulla violenza, il secondo è lo stesso ma in un contesto
consensuale.
Molte volte parlando di incesto ci si riferisce a violenze familiari su
minori e quindi a casi di pedofilia aggravati dal fatto che le vittime
sono i figli o i nipoti o i fratellini. Ma questo è qualcosa di molto
più grave di un incesto.
Ci sono profonde differenze.
Nel primo caso, ovviamente è la legge che deve intervenire e la
“morale” se vuole può commentare; nel secondo caso, a mio avviso, né la
legge, né la morale dovrebbero intervenire.
Dove regna la consentaneità pura, consapevole, matura, dove le parti
sono sicure che non ne trarranno nessun danno psicologico e affettivo,
non più di qualsiasi altro rapporto definito “normale”, non vedo il
motivo per il quale debbano intervenire la “morale” né tanto più la
legge.
È ovvio, sempre parlando del secondo caso, che è comunque una
situazione delicata: spesso le parti sono convinte di agire nel giusto
per entrambi, nei confronti di se stessi e dell’altro ma a volte non è
così e qualche problemino potrebbe emergere con il tempo o meglio, il
tempo potrebbe essere portatore di sintomi che ne testimoniano
una problematica di base e preesistente già all’inizio dell’incesto.
In questi casi saranno i diretti interessati a porsi domande e a
cercare un confronto, ne più e ne meno di come succede o dovrebbe
succedere per tutte le altre patologie.
I blog sono stracolmi di
domande, di confessioni e di racconti che veri o falsi che siano
testimoniano il forte interesse e la forte eccitazione che deriva
dall’argomento.
Come fantasia erotica è molto “gettonata” e questo dovrebbe farci
riflettere visto e considerato che a livello di fantasia tutto è
concesso anche da gran parte dei “moralisti”.
Forse le motivazioni e i contesti in cui si forma e avviene non sono poi così aberranti.
Mi sto riferendo alla dimensione priva di violenza.
In questo libro non mi occupo mai, in nessun caso, in nessun capitolo di violenza.
Se la cito è solo per far capire in che modo ne prendo le distanze,
perché la violenza, in tutte le sfere in cui si manifesta, merita
considerazione a parte e il sesso, in tutte le sue manifestazione più
estreme, non deve mai essere confuso con essa.
La “morale” ha la pretesa di giudicare, senza tener conto delle
importantissime condizioni individuali. L’attrazione, la chimica hanno
regole che ancora in parte sono sconosciute alla scienza stessa,
prendere posizioni in merito, sopratutto dai profani non è
consigliabile: contribuiscono infatti a creare confusione, sensi di
colpa e paure a chi si trova a vivere situazioni estreme senza averlo
scelto e dalle quali comunque non è detto che ne traggano degli
svantaggi o dei traumi, o almeno non solo quelli.
Vediamo da vicino le teorie che tentano di spiegare l’ORIGINE DEL TABÙ DELL’INCESTO.
L’antropologia sostiene
che, ai tempi delle prime organizzazioni sociali, si sentiva il bisogno
di incrementare vincoli di parentela tra le varie famiglie assegnando
loro una funzione sociale positiva e di rafforzamento al fine di
evitare guerre e favorire gli scambi.
Questo bisogno, per i sostenitori di questa teoria, portò all’inevitabile divieto di creare unioni all’interno del gruppo.
Questa teoria parte dal presupposto che il matrimonio fosse considerato
uno scambio e non un’unione basata sull’amore, quindi è logico che
questo dovesse avvenire tra gruppi diversi (esogamia), in cui ci fosse
spazio per un'azione reciproca sia in senso socio-economico, sia in
senso culturale, preferendo allargare i rapporti piuttosto che rimanere
circoscritti all'interno degli stessi gruppi (endogamia).
Il bisogno sociale dell’esogamia è legittimo e comprensibile, anche se
è un archetipo del pensiero sociale ma non credo che venga messo a
rischio se una piccolissima percentuale di unioni si basa
sull’endogamia, sopratutto oggi, quando sicuramente la coscienza
collettiva non sente più questo bisogno e di conseguenza non prova
coscientemente la paura dei pericoli dell’endogamia.
Era comprensibile all’interno delle tribù ma oggi queste piccole
comunità sono praticamente sparite sopratutto negli Stati organizzati
nei quali, però, si trovano ancora leggi che puniscono l’incesto
indipendentemente che si tratti di rapporto sessuale o di unione come
coppia.
Questa teoria è alquanto infondata o ampiamente sorpassata, sembra
piuttosto un alibi sul quale appoggiarsi per giustificare dei bisogni
che rispecchiano delle paure collettive non tanto diverse dalle molle
che fecero scattare le leggi applicate dall’inquisizione più di
cinquecento anni fa.
Un’altra teoria si basa su considerazioni biologiche e genetiche.
È scientificamente provato che unioni tra consanguinei siano ad alto rischio per l’origine di malattie genetiche.
Perché? Ognuno di noi è portatore sano di un certo numero di mutazioni del Dna responsabili di malattie genetiche ereditarie.
Essendo appunto ereditaria, nell’accoppiamento tra consanguinei
raddoppia la probabilità che i geni difettosi, incontrandosi
(omozigosi) generino un individuo affetto da quel tipo specifico di
malattia, perché entrambi i genitori hanno un’altissima probabilità di
essere portatori sani dello stesso gene malato.
Se non c’è rapporto di consanguineità, il rischio non è nullo, è semplicemente ridotto.
Questo potrebbe essere un buon motivo per spiegare il tabù dell’incesto
anche se credo che molta gente che prova repulsione al pensiero di
“giacere”con un familiare, non conosce questi rischi genetici.
Una branchia della scienza genetica sostiene che l’accoppiamento tra
due portatori sani di un difetto genetico darà origine a figli
concretamente affetti da quel difetto ma, al contrario, i geni sani,
incontrandosi (omozigosi), si rafforzano diminuendo la frequenza delle
malformazioni quindi il risultato in proiezione di rapporti tra
consanguinei è la diminuzione della frequenza del gene difettoso nella
popolazione.
Ad ogni modo, osservando gli allevamenti di animali nei quali l’uomo
incrementa accoppiamenti tra consanguinei allo scopo di fissare
determinate caratteristiche desiderate, si nota alla lunga un
indebolimento generale nelle generazioni successive.
Questo è dovuto al fatto che l’accoppiamento tra consanguinei ha la conseguenza di un indebolimento del patrimonio genetico.
La mescolanza delle razze e, quindi, del patrimonio genetico produce
una popolazione più sana anche se con una sempre presente percentuale
di rischio di un’omozigosi difettosa.
Questo potrebbe essere un motivo che contribuisce all’aumento della
durata media della vita degli esseri umani che ormai da secoli vede un
aumento esponenziale degli intrecci razziali.
Questi dati scientifici sono sufficienti per scoraggiare
l’accoppiamento tra consanguinei ma mi chiedo: sono altresì sufficienti
per punire nei casi che si verificano?
Rapporto incestuoso non significa necessariamente prole! Perché non se ne tiene conto?
Se è proprio vero che siamo sensibili alla salute della popolazione, da
questo punto di vista la società dovrebbe intervenire solo nel caso che
da un rapporto incestuoso venga generata una discendenza, anche se non
conosco un modo da proporre.
E, nel caso, dovrebbe essere chiaro che tale tipologia di intervento
dovrebbe essere ricercata ed applicata anche a tutti quei casi dove la
discendenza subisce influenze negative a causa di alterazioni
dell’ambiente in cui nasce e cresce.
Un’altra teoria ancora è quella che a mio avviso si avvicina molto di
più alle cause per le quali tra consanguinei normalmente non c’è
attrazione sessuale.
Nello specifico premetto e sottolineo che le prime due teorie tentano
di spiegare il TABÙ DELL’INCESTO e non le cause antropologiche o
psicologiche che determinano la repulsione tra consanguinei: non è la
stessa cosa.
Se non vi è chiaro vi rimando all’inizio del capitolo dove spiego cosa sia un tabù.
Allora, la domanda che mi viene da fare a chiunque sia in grado di dare
una risposta è: come mai tra consanguinei c’è una repulsione sessuale?
Una risposta ce l’ha data (e siamo alla 3° teoria) Edvard
Westermarck (1862 - 1939) con l’elaborazione della sua teoria che
prende il nome di Effetto Westermarck e che pone l’attenzione sulla
“naturale repulsione sessuale che si sviluppa nell’età matura tra
individui cresciuti insieme durante l’infanzia”.
Questo effetto si sviluppa tra gli individui cresciuti insieme sia che
siano fratelli naturali o meno, ad esempio adottivi, ed egualmente
avviene nel rapporto genitori-figli: anche in questo caso, sia naturali
che adottivi, e la elaborazione sostiene che “quando due persone vivono
insieme per i primi cinque anni di vita sono esenti da future
attrazioni sessuali.”
Infatti due bambini, maschio e femmina, possono crescere insieme senza
essere fratelli naturali e sviluppano ugualmente questa naturale
repulsione sessuale, ma non occorre essere fratelli adottivi, si può
essere anche amici e avere passato gran parte dell’infanzia insieme o
compagni di scuola e psicologicamente è la stessa cosa.
Infatti si sente spesso dire l’affermazione: “è come se fosse mio
fratello” quando ci si riferisce ad un rapporto che non potrebbe mai
trasformarsi in una relazione sia sessuale che di coppia.
Tuttavia, nonostante sia un concetto di cento anni fa e più, non è
stato a mio avviso preso nella giusta considerazione, tanto è vero che
le teorie d’avanguardia della psicologia evoluzionista continuano a
dare una risposta che avvicina le cause genetiche all’Effetto
Westermarck e addirittura molti antropologi affermano che potrebbe
essere proprio il tabù stesso la causa di una repulsione, di fatto,
solo psicologica.
Non credo che ciò sia vero perché molte persone non sanno nemmeno che
esiste il TABÙ DELL’ INCESTO eppure provano “naturalmente” un normale
distacco sessuale verso i loro parenti.
Secondo Debra Lieberman (Dipartimento di Psicologia Università di
Miami) “Quando le persone vedono la propria madre allattare un neonato
lo registrano automaticamente come fratello”.
Ma c’è di più: vi sono stati casi di fratelli naturali separati alla
nascita che in età adulta, per caso, si sono reincontrati e si sono
innamorati.
Di casi simili in Europa se ne sono registrati molti e chi sa quanti non sono emersi.
Il più eclatante è il caso di Patrick e Susan:
"Il caso d'incesto che divide la Germania Patrick e Susan Stübing
chiedono l'abolizione della legge che definisce criminale il matrimonio
fra fratello e sorella.
LIPSIA - Sono fratello e sorella ma si amano e sono pronti a portare il
loro caso davanti alla Corte Costituzionale tedesca affinché l'antica
legge che proibisce l'incesto sia abolita. È la storia di Patrick
Stübing e di sua sorella Susan, entrambi di Lipsia, rispettivamente 29
e 24 anni, che in questi giorni sono sulle pagine di molti giornali
tedeschi: Patrick e Susan hanno iniziato una relazione nel 2000 e oggi
hanno 4 figli, tre dei quali adesso sono in affidamento.
STORIA - La loro storia d'amore non è così chiara e lineare, come
potrebbe apparire in un primo momento: i due infatti hanno vissuto la
loro infanzia divisi nella Germania dell'Est comunista e si sono
conosciuti quando erano già grandi. Patrick fu adottato da un'altra
famiglia e conobbe i suoi parenti biologici non prima del suo
diciottesimo anno di età. Il suo vero padre era già morto, ma egli
riuscì a trovare la madre, Annemarie e sua sorella Susan solo nel 2000.
Sei mesi dopo la riunione la madre Annamarie morì per un attacco di
cuore. Presto Susan e Patrick s'innamorarono e cominciarono ad avere
una relazione.
AMANTI - Adesso però i due amanti sono stanchi di essere trattati come
criminali e hanno annunciato domenica scorsa che porteranno il loro
caso davanti alla Corte costituzionale tedesca per cercare di far
abolire una legge «vecchia di 100 anni» che dichiara crimine l'incesto:
«Vogliamo che la legge che presenta l'incesto come un crimine sia
abolita» ha specificato Patrick Stübing che ha passato due anni in
carcere e adesso rischia un ulteriore pena proprio perché non ha messo
fine alla relazione con sua sorella. «Non ci sentiamo colpevoli di
quello che è accaduto» hanno affermato tutti e due in una dichiarazione
rilasciata ai media locali.
DIVISIONE - La storia ha diviso non solo la Germania, ma anche i Paesi
vicini, come il Belgio, l'Olanda e la Francia, dove l'incesto non è
proibito per legge. La maggior parte dei dottori che si è interessata
al caso però ha sottolineato che sebbene la loro storia sia
comprensibile è giusto rispettare le regole della natura: infatti come
dimostra la loro storia i figli nati da fratelli e sorelle hanno
maggiori possibilità di presentare malformazioni e malattie. Due dei
figli di Patrick e Susan sono disabili.
Tuttavia alcuni politici e esperti legali sono critici nei confronti
della legge che era parte della politica «dell'igiene razziale»
promossa dai nazisti: «Noi dobbiamo abolire una legge che appartiene al
secolo scorso e che non ha più senso» ha detto Jerzy Montag, portavoce
del Partito verde tedesco VITA –
«Vogliamo vivere come una famiglia normale» hanno dichiarato i due
amanti, mentre il loro legale, Endrik Wilhelm, che porterà il loro caso
davanti alla Corte Costituzionale, dice che i due hanno buone
possibilità di vincere la loro battaglia.
Egli imposterà la sua linea di difesa specificando che nessuna legge
tedesca proibisce a persone anziane o disabili di avere bambini, anche
se queste corrono seri rischi di generare figli con malformazioni
fisiche e mentali. Anche i fratelli e le sorelle, a questo punto,
dovrebbero avere gli stessi diritti e non essere discriminati: «Questa
è una questione che interessa sia i diritti della famiglia sia la
libertà sessuale» afferma l'avvocato Wilhelm. «Susan e Patrick non
hanno fatto del male a nessuno».
Francesco Tortora - 28 febbraio 2007
www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2007/02_Febbraio/27/incesto.shtml
Come è andata a finire?
“Patrick e Susan, amore proibito. La Corte: «L'incesto resta reato».
Nati dagli stessi genitori e cresciuti separatamente, hanno 4 figli. Già condannato, lui tornerà in carcere.
BERLINO — La questione è tra le più complicate che l'umanità abbia
dovuto affrontare. E, naturalmente, continua a suscitare divisioni,
come in questi giorni in Germania. L'incesto, antico tabù. La Corte
Suprema tedesca ha dichiarato in linea con la Costituzione la legge che
lo considera un reato penale, punibile con il carcere. Con un solo voto
contrario, i giudici hanno sostenuto che il paragrafo 173 del Codice
Criminale tedesco «protegge l'ordine familiare punendo gli effetti
dannosi dell'incesto». In particolare, dicono che è una difesa per il
partner più debole della relazione. Inoltre, citano i rischi di
malattie genetiche che possono colpire il figlio di un rapporto
incestuoso.
Il caso su cui la Corte di Karlsruhe ha dovuto esprimersi è ormai
famoso, in Germania. Riguarda Patrick S. e Susan K., due fratelli di
Lipsia — stessi genitori — cresciuti separatamente e ricongiunti nel
2000. Una storia d'amore nata sulle macerie di una vicenda familiare
drammatica, ma finita con la nascita di quattro figli. A causa di
questa relazione, Patrick (che alla fine si è sottoposto a una
vasectomia volontaria) ha già scontato due anni di prigione e ora
tornerà in carcere per altri 30 mesi. Susan è stata sotto la vigilanza
dell'assistenza sociale per sei mesi.
La storia dei due ragazzi — lui oggi ha trent'anni, lei 23 ma ne aveva
16 all'inizio della relazione — ha suscitato profonde divisioni
nell'opinione pubblica. In Germania ogni anno vengono condannate non
più di una decina di persone per il reato di incesto. E per lo più si
tratta di padri che abusano delle figlie.
I sostenitori della legge, dunque, dicono che la norma e la pena vanno
mantenute per limitare questi casi. In realtà, l'abuso di un genitore è
punito da altre leggi e da ben altre pene, controbattono coloro che
vorrebbero l'abolizione del paragrafo 173.
Nel caso di due fratelli adulti consenzienti — sostengono — non ci sono
ragioni sociali per una legge del genere, solo la difesa di un tabù
sulla base di considerazioni morali contrarie alla libertà sessuale.
Winfried Hassemer — il giudice costituzionale, di orientamento
liberale, che ha espresso parere opposto agli altri sette colleghi
della Corte Costituzionale tedesca — ha sostenuto che «allo stato
attuale le regole sono basate esclusivamente su un credo morale invece
di avere l'obiettivo di una protezione legale».
L'altra argomentazione della Corte — secondo la quale l'incesto può
causare malattie genetiche nel figlio — è scientificamente fondata (non
ne è una prova, ma tre su quattro dei figli di Patrick e Susan hanno
malattie ereditarie).
Gli oppositori del divieto, però, sottolineano che questa non può
essere una ragione per criminalizzare l'incesto, altrimenti andrebbero
puniti tutti i soggetti a rischio di provocare malattie genetiche nella
prole, cosa che ovviamente non avviene.
Su questa base, per dire, l'avvocato di Patrick e Susan sostiene che, in fondo, il divieto confina con l'eugenetica.
Raramente fratello e sorella sviluppano un desiderio incestuoso. Se
rimangono separati alla nascita e si ricongiungono in età adulta, però,
hanno buone probabilità di sviluppare «un'attrazione sessuale genetica».
Fatto sta che l'incesto è fuori legge in moltissimi Paesi. L'eccezione
fu introdotta da Napoleone nel 1810 per la Francia, dove ancora oggi
non è reato se tra adulti consenzienti.
La Svezia, invece, è l'unico Paese europeo dove fratelli con un solo
genitore in comune possono anche sposarsi. In Italia è curiosamente
punito quando ne «derivi pubblico scandalo».
Danilo Taino - 15 marzo 2008”
www.corriere.it/esteri/08_marzo_15/incesto_taino
Poi ci sono i casi di Jacqueline e André in Francia, degli spagnoli Daniel e Rosa che hanno due figli ormai grandi.
Anche loro separati in giovanissima età, si sono incontrati per caso in un bar dopo vent'anni e si sono innamorati.
La loro storia è diventata un film, Mas que hermanos, "Più che fratelli".
Di fronte a questi casi delle teorie cosa ne facciamo? Certo gli
esperti risponderebbero indignati che le teorie servono per “tentare”
di spiegare un fenomeno. Una teoria non è un concetto assoluto, provato
da esperimenti dal risultato dei quali è possibile dimostrarla come
un’asserzione, è per questo che una teoria non può per definizione dare
una spiegazione a tutti i casi possibili di quel fenomeno.
Molto bene, ma allora, se non si conosce fino in fondo tale fenomeno,
perché in moltissimi Stati viene punito? E ancora: punire risolve
qualcosa? Se non c’è violenza, si amano davvero e vogliono fare dei
figli, mi chiedo: CHI PUÒ METTERSI NEI PANNI DI DIO (Nota mia: e adesso cosa c'entra l'inesistente dio?) E DECRETARE CHE QUESTO È INGIUSTO O ADDIRITURA IMMORALE?
Credo che la società si dovrebbe assumere l’impegno di informare la
coppia circa i rischi e responsabilizzare le loro azioni, ma più di
questo cosa si può fare? Vietarlo?
Attraverso l’amniocentesi è possibile verificare se ci sono malattie genetiche.
Un modo potrebbe esserci dunque e potrebbe essere obbligatorio per le
coppie formate da consanguinei in modo da informare i genitori del
futuro del loro figlio.
È solo un’idea, questo libro non si prefigge lo scopo di risolvere i problemi ma solo di sollevarli.
Certo è che agire applicando leggi vecchie di cento anni,
automaticamente, non tiene minimamente conto degli aspetti psicologici
ed emotivi della coppia che, peraltro, continuerà a stare insieme e non
solo, questo accanimento ottuso finisce per danneggiare i sopratutto i
loro figli.
In Italia, dal punto di vista legale, “la ratio della punizione
dell’incesto sta nella sua particolare riprovevolezza morale.”
(Antolisei)
Ci sono moltissime realtà nelle quali le persone si danneggiano
fisicamente e psicologicamente e sono liberissime di farlo senza che
nessuno, società, legge o quant’altro se ne occupi o se ne preoccupi,
anzi in moltissimi casi, certe situazioni vengono incoraggiate perché
rientrano in comportamenti dettati da un costume considerato moralmente
giusto, come ad esempio sposarsi anche se lo si sta facendo con la
persona più sbagliata o fare dei figli quando non si è pronti a fare i
genitori o perché si è troppo giovani, immaturi o afflitti da gravi
patologie sia fisiche che ancor peggio mentali e/o sopratutto li si
mette al mondo con la persona sbagliata (vedi sopra) creando condizioni
dove la prole vivrà in contesti estremamente dannosi.
In questo non esiste nessuna legge, fortunatamente, dico io, ma non
esiste neppure una sensibilità almeno a livello di informazione e/o
educazione.
Nell’ambito dei delitti contro la morale familiare, la legge
sull’incesto prevede il reato qualora ne derivi “pubblico
scandalo”.
Cos’è il pubblico scandalo?
Considerando solamente questo argomento, lo si può ritenere un
sentimento collettivo o sociale basato innanzi tutto sull’ignoranza
perché non credo che le opinioni “soggettive” che “creano” il “pubblico
scandalo ” siano prodotte da una corretta informazione su tutti gli
aspetti biologici, antropologici e psicologici in modo preciso e
approfondito tale da sapere ESATTAMENTE di cosa ci si debba davvero
scandalizzare: credo, piuttosto, che ci si scandalizzi sulla base di
una MORALE ignorante che, a sua volta, si basa su convinzioni estratte
da una falsa cultura, normalmente assegnata ai “benpensanti”e sul
costume che ne deriva.
Ma un’altra domanda mi sorge: come è possibile basare una condanna sul
“pubblico scandalo” quando gli eventuali danni sono a carico dei
diretti interessati...è ovvio che questa legge andrebbe rivista.
Il “pubblico scandalo” che è richiesto per la punibilità dell’incesto
“va ravvisato nella reazione morale della coscienza pubblica,
accompagnata da senso di disgusto e sdegno contro il turpe fatto”
(Antolisei) cioè, viene punito un atto solo perché procura un senso di
disgusto e sdegno alla coscienza pubblica?
Ma scherziamo?
Non è che ci si accanisce tanto contro l’incesto perché tocca qualcosa
che tutti abbiamo dentro e di cui abbiamo paura? Ma paura di che cosa?
Dei danni che può provocare? Del fatto che potremmo perdere forza
sociale andando contro alla teoria antropologica?
Siamo ancora allo stadio delle tribù? Proviamo simili paure senza esserne coscienti?
E mi sembra evidente che oggi, se i motivi del tabù sull’incesto si
basano sulla teoria antropologica, nessuno di noi ne è cosciente.
Quella delle malattie genetiche è una conseguenza che rende
comprensibile un giudizio molto negativo nei confronti dell’incesto ma
bisogna fare un distinguo: prima di tutto un rapporto sessuale, come ho
già detto, non implica necessariamente prole, in secondo luogo molte
persone non conoscono neanche l’esistenza di tali rischi e vivono la
loro repulsione o al contrario l’attrazione verso i componenti della
famiglia indipendentemente dalle loro informazioni.
Ma allora come mai ci scandalizza tanto?
Certo, in molti casi siamo di fronte a patologie spesso gravi, anche se
non c’è violenza manifesta e sembra che ci sia consentaneità, in realtà
sotto sotto, scavando, qualche problemino salterebbe fuori.
Ebbene, in simili casi credete davvero che tali problemi si possano
risolvere PUNENDO? Io non credo proprio. Chi ha vissuto l’incesto in un
contesto privo di violenza e di cause o conseguenze patologiche ne
parla come una esperienza molto piacevole per tutti i soggetti
coinvolti.
Ma se sono loro i primi a dichiararsi felici di questo come può la società giudicarli e addirittura PUNIRLI?
Possiamo spingerci a pensare che non sanno quello che fanno, ma noi chi siamo per saperlo, invece?
Mi sembrerebbe intelligente domandare agli esperti in diritto e/o alla
magistratura quali siano i motivi che spingono una comunità ad avere 1)
il bisogno dell’esistenza di una legge simile 2) il bisogno di
applicarla.
Credo che nessuno abbia una risposta concreta basata su argomentazioni
scientifiche perché non ne esistono e sopratutto non ne esiste una che
sia appoggiata all’unanimità da tutti gli esperti e studiosi.
Allora anche l’omosessualità rischia di mettere in pericolo una
comunità perché attraverso di essa viene meno la procreazione: infatti
un tempo era punita e in molti Stati ancora oggi, ma fortunatamente
molti sistemi giuridici evolvono o stanno evolvendo e, per quanto
riguarda l’omosessualità, la coscienza collettiva non la sente più come
un pericolo e nemmeno ne trae più sdegno o scandalo quindi non viene
più punita, ma al contrario la si sta accettando sempre di più.
Quindi: perché l’incesto è punito anche se i soggetti coinvolti sono consenzienti e nell’atto non c’è violenza alcuna?
Io credo che una società per certe domande dovrebbe
avere una risposta concreta che non sia basata su teorie
antropologiche che, per quanto possano essere vere, non sono più
applicabili ad una società moderna.
Tanto meno il bisogno di avere una legge simile e applicarla dovrebbe
essere costruito su una morale che non poggia su una scienza precisa ma
che, al contrario, ha tanto il sapore di uno strascico dell’influenza
cattolica.
Qui sotto riporto molti post interessanti.
Mi son chiesto il motivo di tanto interesse sopratutto da parte di
molti protagonisti ad uscire allo scoperto in confessioni dalle quali
emerge il disperato bisogno di trovare conferme da persone che come
loro vivono o hanno vissuto le medesime situazioni e anche conferme da
parte del mondo “normale”.
A primo acchito una risposta l’ho trovata nella possibilità che queste
persone, sospettando di vivere una cosa fuori dalla normalità, e in
questi termini voglio dire insana, cerchino il confronto di cui parlavo
poco fa, in altri termini cercherebbero aiuto.
In seguito a riflessioni e studi più profondi ho iniziato a sospettare
che queste persone, invece, cerchino conferme perché le loro vicende si
scontrano con regole dettate dalla cultura dominante.
A farli sentire “fuori” quindi non sono presunte e inconsce
consapevolezze di sbagliare e sospetti di non essere sani ma, al
contrario, perché non si identificano in un modello precostituito.
Queste persone non si sentono normali ma forse non perché non lo sono
ma perché subiscono l’influenza di una cultura che ha la pretesa di
decidere cosa sia normale e cosa no.
Quindi la domanda è: si può affermare che tutti gli incestuosi non sono
sani o rivediamo il modello precostituito sulla base di studi profondi
che dovrebbero partire proprio dall’ascoltare i protagonisti?
È ovvio che per fare questo bisogna riconsiderare il concetto di
“morale” assegnandogli valori costruiti sulla libertà degli individui
e, quindi, conseguenza inevitabile, occorre cancellare i tabù
considerandoli veli, se non addirittura drappi sugli occhi della
coscienza.
Ecco qui il link dove poter accedere alle testimonianze e alle
riflessioni di chi ha vissuto l’esperienza in prima persona. Se siete
arrivati fin qui, consiglio di leggere tutto quanto perché molto
interessante:
http://davideragozzini.blogspot.it/p/post_30.html
Davide Ragozzini
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